Dei Crema

Antichissima ed illustre famiglia che, originaria della città di Parasio (antica città dell'Arcadia in Grecia) si trasferì in Italia intorno all'anno 950 d.c. e fissò la sua dimora nella città di Crema da cui si denominò inizialmente "Da Crema" e poi "Crema".

        Dai manoscritti genealogici presso l'Archivio di Stato di Reggio-Emilia, il capostipite risulta essere un certo Guido che, giunto a Crema vi morì nel 975 ed i suoi figli ebbero vocazione a chiamarsi Da Crema come fossero originari di quella città.  

Lo stemma usato dai Crema in due modi si vede composto nel libro “Arme di antiche famiglie di Mantova”. Nel primo stemma vi sono sei stelle in oro su campo bianco distribuite due nello spazio superiore, una nell’inferiore e tre sopra la barra che divide lo scudo. Nel secondo in forma quadripartito, ha nel primo spazio un’aquila nera su campo in oro, nel secondo e nel terzo posti ad angolo fra loro opposti una stella d’oro su campo bianco e nel quarto una stella bianca su campo in oro.

 

La discendenza si diramò poi verso Cremona, Mantova e Parma, prosperando nei secoli, raggiungendo importanti incarichi pubblici e culminando nel corso del 1600 con l'investitura a Magnifico Caporale di Alessandro Crema fu Antonio, titolo nobiliare equivalente a "Conte" in tempi più recenti.

Uomo colto e lungimirante fondò con volontà testamentaria al momento della sua morte il 18/12/1680, il "Legato Crema" stabilendo per i figli maschi della sua discendenza ciò che oggi definiamo "borsa di studio", consentendo così il mantenimento agli studi indipendentemente dalla condizione sociale. Destinò a questo scopo la rendita di alcune proprietà, all'epoca di grande significato economico, affidandone la gestione a persone istituzionali estranee alla famiglia.

Alle figlie era destinata una dote per le nozze che, per la cultura dell'epoca, rappresentava un'importante considerazione della condizione femminile. Questa regola è sopravvissuta, nonostante i cambiamenti sociali dell'ultimo secolo, fino ad oggi, più per immobilismo burocratico che per pregiudizi culturali.

Il "Legato Crema" ha svolto il suo compito fino a circa il 1980, cioè finchè la rendita delle proprietà ha consentito di disporre di un fondo finanziario in attivo. Poichè le proprietà in questione hanno carattere di latifondo (terreni da coltura con casa colonica) e la rendita deriva dal raccolto agricolo, l'abbandono del lavoro in campagna a favore dell'industria ha azzerato la redditività, mentre nel contempo aumentano i costi fissi (tassazione ICI, manutenzione delle case). Le sole locazioni non sono sufficienti a pareggiare il bilancio.

Al momento il fondo è passivo e rimane una testimonianza storica importante sulle vicende della famiglia. E' superfluo considerare come pochi anni di politiche economiche contrarie ad ogni buon senso hanno potuto laddove secoli di storia  dimostrano la fondatezza di un iniziativa tanto utile per un nobile scopo: la crescita culturale di una famiglia, di una nazione.

Ulteriori notizie in merito possono essere reperite presso il Comune di Guastalla (Parma) che, per Regio Decreto, gestisce L'Opera Pia Legato Crema e presso l'Archivio di Stato di Reggio-Emilia

   

Statuto dell'Opera Pia Legato Crema - 27/10/1880

 

Trascrizione in latino del Testamento originale - 10/05/1912 - Immagini JPEG da 150 Kb

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